mercoledì 5 settembre 2012

Vacanze friulane: la gubana

Brevi (ma intense) vacanze in Friuli

Questa è stata un'estate particolare; nonno Giovanni ci ha lasciato, dopo aver combattuto, come ha fatto per tutta la sua lunga vita, fino all'ultimo. Per questo le vacanze al mare sono state sottotono, e tutta la stagione ha preso dei contorni malinconici, da autunno precoce, malgrado la canicola. Ma l'idea di rinunciare ad un breve periodo spensierato con i ragazzi (che a breve preferiranno fare le vacanze con gli amici, piuttosto che con i loro vecchi) proprio non ci andava giù. E della crisi, poi, ne vogliamo parlare? I voli low cost si sono rivelati, almeno per la nostra esperienza, un vero bluff, le vacanze organizzate impossibili per impegni di lavoro, le città d'arte non alla portata del nostro portafoglio. Per fortuna sfrucugliando in internet sulla pagina last minute nel giro di tre giorni abbiamo trovato un bungalow in un residence di Grado, in provincia di Gorizia, che costava pochissimo. Così ci siamo caricati la macchina di provviste (il nemico non dovrà mai prenderci per fame) e siamo partiti alla volta del Friuli Venezia Giulia, magnifica regione a noi completamente sconosciuta. Qui abbiamo visitato città, castelli, montagne e lagune, con una puntata a Venezia perché Viola non poteva resistere (e lì i propositi di risparmio svaniscono come le sagome dei ponti nella nebbia lagunare) e ci siamo riportati indietro la voglia di tornare di nuovo, con un po' più di tranquillità (di tempo e di pecunia) per guardare con più calma tutto quello che c'è da guardare e per assaggiare tutti quei piatti deliziosi che abbiamo visto elencati sui menù dei ristoranti di cui non abbiamo varcato la soglia (e non vi dico dei vini, che il pater familias conta di assaggiare in una nuova occasione).


Da questa foto non si capisce, ma eravamo in cima ad una montagna! (Sella Nevea)

Abbiamo scoperto perché il burro di malga è così buono: queste mucche  mangiano cose  particolari...
Sono ormai anni che gli oggettini a volte un po' kitch che si portano come souvenir delle vacanze sono stati sostituiti da specialità gastronomiche del posto in cui andiamo. Dall'Isola d'Elba di solito portiamo Schiaccia briaa e aleatico dell'Elba, o miele biologico, e così via. A Venezia abbiamo visto una pasticceria, ma dando un occhio ai prezzi abbiamo pensato che avremmo risparmiato se fossimo tornati ai santi vecchi, e avessimo piuttosto regalato oggetti in vetro di Murano.


Così, complice anche il fatto che le intolleranti di famiglia non avrebbero potuto essere accontentate in nessun modo, perché dolci tipici per celiaci non esistono, abbiamo pensato di comprare solo materie prime: passito Picolit, burro di malga, noci, pinoli e mandorle  locali. Al supermercato vicino a casa abbiamo comprato il resto e dal computer abbiamo scaricato la ricetta della gubana, dolce tipico di cui ci è piaciuta la filosofia: ci si mette dentro quello che c'è in casa (scordatevi però quell'avanzo di arrosto della sera prima!), tanto che ogni famiglia ha la sua ricetta! Anche la nostra famiglia, malgrado il fatto che di friulano non ha nulla, ne avrà una! Questa:

Queste quantità non vi sgomentino: sono gli ingredienti per 7 dolci!
300 grammi di pasta sfoglia
2 uova
50 grammi di zucchero semolato
80 grammi di uva passa 
1 bicchiere di passito
50 grammi di pinoli
50 grammi di mandorle pelate
80 grammi di gherigli di noce
50 grammi di burro
qualche biscotto secco
una fetta di pane 
50 grammi di fichi secchi
50 grammi di prugne secche
25 grammi di canditi
la scorza grattugiata di un limone

Ma, come scrivevo prima, il bello della gubana, che qui vedete nella versione di Cividale del Friuli, che prevede l'uso della pasta sfoglia, al posto di quella di Gorizia, che prevede l'utilizzo della pasta lievitata (una delle mie allergiche lo è anche al lievito), è che gli ingredienti sono sostituibili: al posto del pane e dei biscotti potete mettere del pan di spagna avanzato da una torta decorata, o degli amaretti che vi siete dimenticati in dispensa (purché, ovvio, siano ancora commestibili). Potete omettere i canditi o i costosissimi pinoli, sostituire le prugne con delle albicocche secche. Alcune ricette prevedono l'uso di spezie come la cannella e i chiodi di garofano, e magari una volta o l'altra proverò a metterceli. Stavolta mi è bastata questa miriade di ingredienti. 
Il risultato, mi dice chi l'ha ricevuta, è stato più che soddisfacente. Già, perché per noi non ne è rimasto nemmeno un pezzettino...

Procedimento
Preparate una pasta sfoglia come di consueto o compratela pronta se volete fare prima (lo sapete ormai che non sono una purista). Datele una forma rettangolare.
Nel frattempo montate uova e zucchero in una planetaria fino a che il composto non sia diventato bianco e denso.
Passate nel burro fuso i biscotti e il pane sbriciolati (o il pan di spagna ecc); mescolate tutti gli ingredienti secchi e aggiungete poi, con molta delicatezza, tre quarti del composto di uova e zucchero.



Spalmate quasi tutto il rimanente del composto di uova e zucchero sulla sfoglia

                                          

Stendete il ripieno sulla pasta sfoglia, lasciando un po' di spazio ai bordi.


Arrotolate la sfoglia sul lato lungo spalmandola con le uova e lo zucchero man mano che la avvolgete.


Date al rotolo una forma arrotolata o quella di una ciambella, secondo il vostro gusto. 

Cuocete in forno ventilato a 180° per 25- 30 minuti.





Questa è la produzione complessiva: roba da pasticceri friulani!


2 commenti:

  1. Ti ho aggiunta tra i blog che seguo.
    Ciao.
    http://guspensiero.blogspot.com

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  2. Grazie, anche noi verremo a trovarti presto.
    Ceci e viola

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