Qualche giorno fa è stato il mio compleanno...poi vi dirò più diffusamente: festa a sorpresa organizzata da Viola e dalla mia sorellina, bellissimi regali, eccetera eccetera. Tra questi regali, tutti graditissimi, c'era, da parte del mio babbo, bibliofilo convinto, questo: un buono di 100 euro da Feltrinelli! Che dire? E' come lasciare per un ora un bambino in un negozio di caramelle e dirgli che può prenderne quante ne vuole... E anche il bambino, come me, avrebbe, in quel caso, qualche difficoltà di scelta, tra tutto quel ben di dio! Io sapevo che avrei avuto bisogno di tempo, e dunque ho ritardato il momento in cui avrei fatto man bassa tra gli scaffali. Neanche stasera, a dire il vero, sarebbe stato il momento giusto, perché forse sarebbe valsa la pena di passarci un pomeriggio, in libreria... Ma siccome un pomeriggio intero da dedicare ad una cosa sola, di questi tempi, mi pare davvero troppa grazia, e siccome avevo bisogno di un po' di ricostituente dell'umore, ho ritenuto fosse arrivato il momento giusto.
Poi parlerò diffusamente dei miei acquisti, in altri post (spero...)
Oggi, che è la Giornata della Memoria, vi mostro questo libro, che lessi davvero tanto tempo e che vale la pena leggere di nuovo.
Ciò che la Arendt scorge in Eichmann è l'incapacità di pensare. Eichmann ha sempre agito all'interno dei ristretti limiti permessi dalle leggi e dagli ordini. Questi atteggiamenti sono la componente fondamentale di quella che può essere vista come una cieca obbedienza. Egli non era l'unica persona che appariva normale, anzi: vi era una massa compatta di uomini perfettamente "normali" i cui atti erano mostruosi. Dietro questa "terribile normalità" della massa burocratica, che era capace di commettere le più grandi atrocità che il mondo avesse mai visto, la Arendt rintraccia la questione della "banalità del male" "http://www.filosofico.net/. "I macellai di questo tempo non hanno la "grandezza" dei demoni: sono solo dei tecnici, si somigliano e ci somigliano"( postfazione dell'edizione Feltrinelli)